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Sicuramente i tifosi più attenti avranno adocchiato nel titolo il chiaro rimando ai due inni della squadra milanese, quello storico, “C’è solo l’inter”, era e rimane un chiaro omaggio all’indimenticabile Peppino Prisco, vice presidente nerazzurro, presidente degli avvocati e, ancora prima di tutto questo, un alpino! Degli alpini aveva mantenuto il fervore, travasato allo stadio quando il biscione scendeva in campo. Una cosa è certa, quanto a fede nerazzurra, Prisco non era secondo a nessuno.
Ma questa è la storia più romantica, quella che ha a che fare con un uomo che in vita era stato tante cose e tutte gli erano riuscite pure bene. Ma quanti di voi sanno la vera storia dell’inno che nel 2003 ha sostituito quello storico? Dell’inno cantato dai giocatori, dell’inno che parlava di una Inter pazza di una Inter capace di grandi imprese, ma anche di capitolare quando meno te l’aspetti!
Volete davvero sapere perché l’Inter è così “pazza”? per scoprirlo dobbiamo rivivere assieme gioie e dolori che hanno segnato gli ultimi 25 anni del club milanese.
Il quarto di secolo è in realtà una fetta temporale che prendiamo per non infierire troppo, visto che in Italia e nel Mondo calcistico di inizio anni ’90 sono i cugini milanisti a dominare. Gli interisti però non mollano e cominciano a gonfiare il petto il 20 Giugno 1997 quando Massimo Moratti sborsa la bellezza di 48 mld di lire per assicurarsi Ronaldo Luis Nazario de Lima dal Barcellona.
Il Fenomeno al suo sbarco in Italia fa capire subito le sue intenzioni, “sono qui per vincere lo scudetto”! Se ne andrà col grosso rammarico di non esserci mai riuscito.
Gli anni del Fenomeno all’inter sono altalenanti, e vanno di pari passo con la condizione del brasiliano, che nell’anno d’esordio segna la bellezza di 25 reti in campionato, porta l’Inter a vincere la Coppa Uefa e si aggiudica il pallone d’oro. Ora gli interisti credono che sarà solo discesa, il tempo di sistemare ancora un paio di questioni tecniche e societarie e potrà avviarsi l’”era” della Magica Inter. Purtroppo tutto questo resterà solo un sogno ancora per qualche anno perché il ginocchio del fenomeno cede di schianto il 21 novembre 1999 e contro il Lecce.
Il “crack” non è solo fisico e l’Inter paga psicologicamente l’infortunio del suo pupillo. Dopo solo sei mesi Ronaldo torna in campo, il tendine rotuleo sembra essersi ben ripreso dopo l’operazione, ma dopo solo 6 minuti di gioco contro la Lazio, nella finale di Coppa Italia, il ginocchio cede di nuovo, l’inter è paralazzita, Ronaldo piange dal dolore e la sua squadra non si riprende più. La Lazio vincerà quella coppa Italia.
Questa volta il rientro del Fenomeno avviene in tempi molto lunghi, nessuno vuole forzare un recupero che, se errato, rischia di compromettere seriamente la carriera del miglior giocatore al Mondo. Si rivedrà solo a fine 2001. Il 5 Maggio 2002 si consuma la tragedia sportiva più dolorosa della storia dell’Inter che, impegnata contro la Lazio all’olimpico porge un occhio a Udine dove c’è la Juve costretta a vincere se vuole sperare ancora nel tricolore. Il finale lo conosciamo tutti, con un’Inter che crollò psicologicamente nel secondo tempo quando il risultato era sul 2-2 e perse quella partita 4-2, mentre la Juventus vinse agevolmente 2-0 contro l’udinese. Le lacrime di Ronaldo in panchina e di Materazzi in campo fecero il giro del Mondo, ma la beffa fu resa ancora più bruciante dalla vittoria della Roma sul Torino, che scavalcò l’Inter e arrivò seconda. Le premesse per una festa gia scritta si trasformarono in disperazione.
Alla fine di quella stagione Ronaldo lasciò l’Inter per il Real Madrid, venendo additato come traditore dai tifosi interisti e dalla società, che lo avevano accudito e aspettato così a lungo. Inoltre il futuro passaggio al Milan nel 2007 segnerà la frattura definitiva dei rapporti.
Non tutto è perduto però, l’Inter ed i suoi tifosi sono abituati a soffrire, e tanto anche, ma all’orizzonte si intravede uno spiraglio di luce. L’arrivo di Mancini sulla panchina dell’Inter nella stagione 2004-2005 segna il ritorno alla vittoria dei nerazzurri, si comincia con la Coppa Italia e, negli anni successivi, arrivano altri titoli nazionali, infilando una sequenza di vittorie anche in campionato . Purtroppo però è anche il periodo della pareggite, Mancini archivia il primo anno con un terzo posto in campionato con ben 18 pareggi. L’inter è sempre più pazza e nonostante i primi risultati siano arrivati, durante il tragitto per agguantarli troppo spesso la squadra palesa svarioni difensivi, mancanze e problemi interni alla società.
Inoltre la fame d’Europa si fa sentire e ora che l’antipasto di trofei nazionali è stato divorato, l’Europa chiama a gran voce, ma ancora una volta la pazzia dell’Inter ci mette del suo e Mancini non va mai oltre i quarti di finale ed il ciclo tutto sommato positivo dell’allenatore di Jesi non convince una società con la quale ha da sempre difficili rapporti. L’apice della tensione arriva al termine della partita col Liverpool dell’11 Marzo 2008, in cui l’inter venne eliminata nuovamente dalla Champions; Mancini affermò di non sapere se nei mesi successivi sarebbe stato ancora l’allenatore dell’Inter e Moratti non si fece scappare l’occasione per esonerarlo.
L’inter ècostantemente tra le grandi d’Europa e domina in Italia, ma il vuoto lasciato dalla Champions League nella bacheca trofei è difficile da nascondere….
…. È il 2 giugno 2008 quando alla Pinetina arriva lo “Special One”. Josè Mourinho non ha certo bisogno di presentazioni, arriva da esperienze in Spagna ed Inghilterra, tutte vittoriose. Nel 2002 si carica sulle spalle il Porto e vince la Champions, facendosi conoscere in tutta Europa grazie ad un cammino incredibile della propria squadra. Da 2004 al 2007 è alle dipendenze di Abramovich alla guida del Chelsea, vince diversi titoli, ma mai la champions, inoltre il difficile rapporto col presidente portarono quest’ultimo ad esonerarlo. Personaggio difficile, amato oppure odiato, senza peli sulla lingua, Mourinho è spesso adorato da tifosi e giocatori, un po meno dai vertici societari. Nonostante tutto ciò Moratti lo sceglie per portare l’Inter fuori dal baratro. Questa è la volta buona, il portoghese al primo anno vince scudetto e coppa Uefa, ma è nella stagione 2009-2010 che compie il miracolo. Scudetto, coppa Italia e Champions League. Il famigerato triplete è dell’inter. La “sua” Inter è inarrestabile, Josè è all’apice, venerato da giocatori e tifosi ma, siccome Mourinho è Mourinho, la sera stessa della vittoria in finale di Champions contro il Bayern Monaco, annuncia il suo addio all’Italia, pronto per approdare al Real, ma no lo fa con un comunicato stampa o con un annuncio, lo fa in un modo che non poteva essere più eloquente, dopo la partita decide di lasciare lo stadio salendo sulla macchina di Florentino Perez, presidente dei Blancos. L’inter anche sotto i riflettori resta sempre “pazza”!
Dopo gli anni vittoriosi di Mancini e Mourinho l’Inter vive anni difficili anche dal punto di vista societario, cambia 15 allenatori in 10 stagioni, nel 2013 subentra la proprietà indonesiana di Erick thohir, che si dimostra però incapace di risollevare la squadra, nel 2016 la presidenza passò all’attuale Suning Holding Gropu di proprietà Zhang Jindong.
Il resto è storia recente, l’Inter cerca ancora di mettere fine ad una crisi di risultati sempre più deludente, alternando prestazioni eccelse a disfatte clamorose, mantenendo fede all’epiteto di PAZZA INTER che i suoi tifosi le hanno addossato.
Il famoso, o forse meglio dire famigerato, inno calza decisamente meglio all’inter degli ultimi 20 anni, nonostante per un certo periodo non fu più trasmesso a San Siro a causa di alcune diatribe legali tra la società e Rosita Celentano, autrice della canzone “AMALA”. insomma anche nella gestione extrasportiva l’inter conferma quanto sia pazza!
Articolo: Michelangelo Tremolada
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